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Il design tra virtuale e realtà

Immagine del redattore: Marina C.Marina C.

Prima o poi un salto nel Metaverso, la realtà parallela digitale, lo faremo tutti. Se non altro per la curiosità di capire come mai la gente ci passi ormai molto tempo interagendo con persone, spazi ed eventi fino a spendere soldi in abiti e oggetti per gli avatar. Spesso il confine tra ciò che è reale e virtuale, in questo momento storico, è quasi inesistente, e persino inverso: per considerare reale qualcosa, il metro di valutazione sembra essere diventato la condivisione sui social. Un mezzo che, tuttavia, se sfruttato creativamente può trasformare il virtuale in qualcosa di concreto.


Questo è il caso dell'osannata Hortensia Chair ideata dal designer argentino Andrés Reisinger, diventata virale grazie a un rendering 3D su Instagram, divenuta poi reale dopo mesi di ricerca e grazie all’aiuto della product designer specializzata nel tessile Júlia Esqué e lanciata infine sul mercato (reale) in un'edizione limitata prodotta con la collaborazione di Moooi. Soprannominata "the chair that could not be made", la sedia irrealizzabile, ora è pronta a sbocciare in un tripudio di piume in tessuto per portare negli spazi chiusi la bellezza leggera e rarefatta della natura che ci circonda, una sfida entusiasmante per un progetto ambizioso che ha visto per la prima volta un oggetto virtuale diventare reale.




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